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Che cos'è un piano di continuità operativa?
Un piano di continuità operativa (noto anche come BCP, Business Continuity Plan) consiste in una strategia che delinea il modo in cui un'organizzazione continuerà a operare durante e dopo eventi distruttivi, come calamità naturali o incidenti informatici. Garantisce la resilienza identificando i rischi, proteggendo le risorse e specificando i passaggi da seguire per il ripristino.
Che cosa si intende per continuità operativa?
Per continuità operativa si intende la capacità di un'organizzazione di preservare la continuità delle sue funzioni essenziali durante e dopo un evento distruttivo. Essa comporta una pianificazione proattiva per garantire che le operazioni, i servizi e i processi aziendali principali possano continuare a funzionare nonostante calamità naturali, attacchi informatici, guasti alle apparecchiature o altre problematiche impreviste.
Il concetto di continuità operativa si è evoluto nel corso del tempo; inizialmente, si concentrava unicamente sul ripristino dopo un disastro causato da minacce fisiche, come incendi o inondazioni. Oggi comprende un ampio spettro di potenziali rischi, tra cui interruzioni digitali e incidenti informatici che possono compromettere la sicurezza dei dati e dei sistemi critici. L'aumento delle minacce alla sicurezza informatica ha fatto sì che la continuità operativa non fosse più solo una questione di risorse fisiche; oggi, infatti, riguarda anche la protezione e il recupero delle risorse digitali.
Le organizzazioni devono tenere conto delle violazioni dei dati, degli attacchi ransomware e di altre forme di criminalità informatica che possono bloccare le operazioni o minare la fiducia dei clienti. In questa epoca fondata sul digitale, garantire che i dati e i sistemi siano sempre sicuri e accessibili è importante tanto quanto la manutenzione dell'infrastruttura fisica. Per questo motivo, le moderne strategie per supportare la continuità operativa spesso includono solide misure di sicurezza informatica e di protezione dei dati.
Perché c'è bisogno di un piano di continuità operativa?
Le interruzioni, siano esse dovute a calamità naturali, attacchi informatici o guasti operativi imprevisti, possono verificarsi in qualsiasi momento. La mancanza di una strategia globale espone le aziende al rischio di subire perdite finanziarie, danni alla reputazione e di paralizzare le operazioni.
Nel 2021, un'azienda globale operante nell'ambito dell'approvvigionamento ha dovuto affrontare un periodo di inattività prolungato a causa di un attacco ransomware e al fatto che non disponesse di un piano di continuità operativa. Questo ha comportato non solo milioni di dollari di mancati guadagni, ma ha anche danneggiato le relazioni con i clienti per via dei ritardi nelle consegne e della scarsa comunicazione durante la crisi. Un piano ben sviluppato avrebbe potuto contribuire a ridurre al minimo i periodi di inattività e a preservare la fiducia dei clienti attraverso una strategia definita per una risposta rapida e coordinata.
Inoltre, la crescente dipendenza dagli strumenti digitali e l'aumento del rischio di subire incidenti informatici rendono più che mai fondamentale prevedere piani per rispondere alle eventuali interruzioni. I ransomware continuano a evolversi e, con la diffusione degli attacchi basati sulla GenAI, le organizzazioni impreparate si trovano ad affrontare periodi di inattività prolungati, fughe di dati sensibili e violazioni della conformità, in particolare se non riescono a implementare solide misure di sicurezza informatica e protezione dati.
Un piano di continuità operativa aiuta a mitigare questi rischi delineando il modo in cui proteggere i dati critici e preservare la continuità delle operazioni in circostanze avverse e garantendo che l'azienda rimanga resiliente di fronte alle difficoltà impreviste.
I 4 componenti principali di un piano di continuità operativa
Un BCP di successo si basa su diversi componenti critici per garantire che l'organizzazione sia pronta a rispondere in modo efficace alle interruzioni. Di seguito, sono riportati i quattro elementi principali da includere in un BCP per garantirne l'efficacia:
Valutazione del rischio
Questo comporta l'identificazione e la valutazione delle potenziali minacce per l'azienda, come calamità naturali, attacchi informatici o interruzioni nella catena di approvvigionamento. Comprendendo le probabilità e l'impatto dei vari rischi, puoi stabilire le priorità associate alle tue risorse e sviluppare strategie che ti consentano di mitigare le vulnerabilità prima che diano origine a problemi più gravi.
Analisi dell'impatto aziendale (Business Impact Analysis, BIA)
Una BIA aiuta a determinare gli effetti delle interruzioni sulle operazioni aziendali critiche. Analizzando l'impatto finanziario, operativo e reputazionale dei vari scenari, è possibile identificare i processi più essenziali che necessitano di un'attenzione immediata, per fare in modo che il ripristino si concentri sulle aree con la massima priorità.
Strategie di ripristino
Le strategie di ripristino delineano la modalità attraverso cui l'organizzazione riprenderà le operazioni dopo un'interruzione. Queste strategie dovrebbero coprire una vasta gamma di scenari, da interruzioni più circoscritte a disastri veri e propri, e includere misure di emergenza per i membri fondamentali del personale, i sistemi tecnologici e le funzioni aziendali essenziali, al fine di garantire periodi di inattività minimi e assicurare la continuità operativa.
Sviluppo del piano
Il piano è un documento completo e attuabile che raccoglie tutte le valutazioni e le strategie. Se ben scritto, fornisce istruzioni chiare ai dipendenti, descrive in dettaglio i protocolli di comunicazione e delinea passo dopo passo le procedure da seguire in caso di interruzione. È essenziale testare e aggiornare il piano costantemente per garantirne l'efficacia a lungo termine.
Grazie a questi elementi, un BCP aiuta a tutelare i dati e a garantire che le informazioni aziendali critiche rimangano protette durante le interruzioni. Ciò, a sua volta, riduce al minimo i periodi di inattività e il rischio di subire fughe di dati, contribuendo a preservare la fiducia dei clienti e la conformità alle normative.
Quali sono le sfide più comuni nell'implementazione di un piano di continuità operativa?
Nonostante un piano di continuità operativa sia di fondamentale importanza, le organizzazioni spesso incontrano diversi ostacoli durante la sua implementazione. Ecco alcune delle sfide più comuni:
- Mancanza di adesione da parte dei dirigenti: senza il supporto della dirigenza, le iniziative in questo senso potrebbero non disporre delle risorse necessarie o risultare poco urgenti.
- Formazione inadeguata dei dipendenti: i dipendenti potrebbero non comprendere il loro ruolo nel piano e creare confusione durante una crisi.
- Dati obsoleti o incompleti: le informazioni critiche potrebbero diventare obsolete, rendendo inefficaci le strategie di continuità proprio nel momento di maggior necessità.
- Piani eccessivamente complessi: se un piano di continuità è eccessivamente complesso, per le parti interessate può essere difficile implementare o seguire i vari punti sotto pressione.
- Mancanza di test periodici: senza test periodici, le lacune presenti nel piano potrebbero passare inosservate fino al verificarsi di una crisi vera e propria.
Il test del piano di continuità operativa
Il test è il processo che valuta l'efficacia dell'esecuzione di un piano di continuità in caso di evento imprevisto. Questi test simulano vari scenari, come disastri naturali, attacchi informatici o guasti del sistema per identificare i punti di forza e di debolezza del piano.
Eseguendo test periodici, le organizzazioni possono assicurarsi che il proprio BCP sia sempre attuale, aggiornato e allineato ai rischi reali. Inoltre, questa procedura aiuta i dipendenti a comprendere il proprio ruolo durante una crisi e mette in luce eventuali lacune o inefficienze nella strategia di continuità. Senza test periodici, un'organizzazione potrebbe non essere preparata ad affrontare eventi imprevisti, con conseguenti periodi di inattività prolungati, perdite finanziarie e danni alla reputazione.
Per assicurarti che i test siano davvero efficaci, ecco alcuni passaggi da seguire:
- Utilizza scenari realistici: simula eventi che potrebbero avere un impatto realistico sul tuo business in termini operativi, ambientali o tecnologici
- Coinvolgi tutte le funzioni critiche: assicurati che ogni reparto sia a conoscenza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità in caso di interruzione
- Dopo ogni test, procedi con la revisione e l'ottimizzazione: conduci un debriefing approfondito per identificare le aree di miglioramento e adatta il piano di conseguenza.
Grazie a test e perfezionamenti periodici del piano, la tua organizzazione riuscirà a rafforzare la propria resilienza e ad attrezzarsi al meglio per affrontare interruzioni impreviste.
Come creare un piano di continuità operativa nell'ambito della sicurezza informatica
Nel mondo di oggi incentrato sul digitale gli attacchi informatici, come ransomware, attacchi alla catena di approvvigionamento e attacchi denial-of-service (DoS), hanno più che mai l'opportunità di gettare le organizzazioni nel caos. Un piano di continuità, per essere davvero efficace, deve tenere conto di questi rischi per assicurare che i sistemi critici e i dati sensibili siano protetti e che siano in atto processi di ripristino per ridurre al minimo i periodi di inattività.
Nell'ambito della sicurezza informatica, un piano di continuità operativa dovrebbe concentrarsi sul mantenimento della resilienza di fronte alle minacce informatiche. Questo include non solo l'adozione di misure preventive, come intelligence sulle minacce, protezione dei dati e procedure di gestione del rischio, ma anche la creazione di strategie dettagliate di risposta agli incidenti, l'implementazione di soluzioni di backup dei dati e l'istituzione di protocolli di comunicazione, per ripristinare rapidamente le normali attività aziendali dopo un attacco.
La sicurezza informatica dovrebbe essere un pilastro fondamentale di ogni piano di continuità operativa, perché:
- Gli attacchi informatici sono inevitabili: nessuna azienda è immune alle minacce informatiche, e un attacco può bloccare le operazioni e causare gravi danni finanziari e reputazionali.
- I periodi di inattività sono costosi: una violazione o un'interruzione può causare periodi di inattività prolungati, interrompere le operazioni, bloccare la fornitura di servizi critici e causare perdite di fatturato.
- I requisiti normativi abbondano: molti settori sono soggetti a normative che richiedono solide pratiche di sicurezza informatica, protezione dati e pianificazione per assicurare la continuità in caso di incidenti informatici.
A tal fine, e oltre a stabilire un solido piano di continuità operativa, le organizzazioni necessitano di processi che consentano loro di ripristinare la normale operatività in caso di eventi imprevisti di diverso tipo senza sacrificare la sicurezza. Continua a leggere per scoprire in che modo Zscaler può aiutarti.
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La continuità operativa garantisce il proseguimento delle normali operazioni durante le interruzioni, mentre il disaster recovery, o ripristino di emergenza, si concentra sul ripristino di sistemi IT e dati dopo una crisi. La continuità operativa è proattiva e garantisce periodi di inattività minimi, mentre il disaster recovery è un elemento reattivo e riguarda il modo in cui un'azienda si riprende da un evento. Entrambi sono essenziali per garantire la resilienza dell'organizzazione.
Un piano di continuità operativa dovrebbe essere rivisto e aggiornato almeno una volta all'anno oppure in caso di cambiamenti significativi nelle operazioni aziendali, nella tecnologia o nel personale. Test e revisioni periodiche garantiscono che il piano sia sempre efficace e si allinei alle esigenze e ai rischi mutevoli di un'organizzazione.
Gli stakeholder principali, tra cui la dirigenza senior, l'IT, la gestione dei rischi, le risorse umane e i responsabili di reparto, dovrebbero collaborare alla creazione del piano di continuità operativa. Coinvolgendo i rappresentanti di tutte le funzioni aziendali critiche, le organizzazioni possono garantire una mitigazione integrale dei rischi e assicurarsi che le strategie di ripristino siano davvero efficaci.